Esiste un cristianesimo senza corpo?

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Non possiamo avere un cristianesimo senza un corpo!Clementina Carbone

Come mai il cristianesimo, la religione del corpo per eccellenza, mantiene con esso un rapporto così conflittuale?

Perché la sessualità è una delle principali cause d’incomprensione tra la chiesa cattolica e il suo tempo? Come si è arrivati a questo punto, dal momento che il cristianesimo, più di ogni altra religione, dà il massimo risalto al corpo annunciando lo scandalo di un dio che è venuto nella carne? Un dio che raggiunge l’uomo nel suo corpo, attraverso i suoi sensi e non solo attraverso le idee. Nei vangeli si parla di parto e allattamento, di fasce e sudari, di sangue e ferite, fame e sete, fatica e lacrime, respiro, sguardo, cammino… eppure, persiste ancora un luogo comune: se il corpo è stato così a lungo disprezzato, svergognato, e la sessualità colpevolizzata, è proprio a causa del cristianesimo. Perché la religione di un dio incarnato sembra volersi congedare dal corpo in questa vita? In base a quali idee la religione dell’amore è arrivata a sacralizzare la non sessualità? Perché ci mettiamo sulla difensiva e aumentiamo la rigidità morale quando si parla di sesso e di corpo vissuti da e come cristiani? Per quale motivo in famiglia si è restii a parlare di sessualità? Su quali basi costruire una relazione solida?

Ieri come oggi, il cristianesimo annuncia qualcosa di originale, positivo sul corpo e sulla sessualità, ma è necessario riscoprirlo con stupore perché ogni verità di bellezza genera sempre meraviglia e autentica libertà.Ammettiamolo: è un’impresa ardua in un momento in cui i cambiamenti antropologici e sociali sono senza precedenti; le non-verità stanno portando ad una disgregazione dell’umano e a conflitti su diversi livelli. Siamo chiamati a farci operatori di verità perché il messaggio liberante che la Chiesa offre sul corpo non è destinato solo ai cristiani, tutti possono comprendere di essere chiamati ad un amore libero, totale, seguendo un itinerario che apre la mente e il cuore sul valore della sessualità e dell’affettività.

Un pò di follia, quella che fa rinsavire, è necessaria tirarla fuori in riferimento a sesso, amore, corpo, mente, anima. C’è un universo dietro ognuna di queste parole. Non si può e non è corretto banalizzare la sessualità. Essa non è qualcosa da consumare, ma è una ricchezza di relazioni che non può essere ridotta a “sesso”, a collezione di esperienze da postare sui social. I ragazzi, i giovani meritano molto di più delle consuete raccomandazioni su come preservarsi da spiacevoli incidenti. Servono genitori ed educatori, un accompagnamento degno di questo nome. La sessualità pone al profondo del cuore domande molto più grandi ed impegnative del semplicistico: “che male c’è?”. Le domande di senso suonano così: “che cos’è veramente l’amore; a chi consegno la mia vita affettiva; qual è l’inganno che sta dietro lo stordimento del sesso proposto dalle mille sollecitazioni delle serie TV, della pubblicità, della pornografia?” Sono poche le persone e le agenzie educative che aiutano i ragazzi a capire che cosa si stanno perdendo senza la castità. Mancherà nella loro crescita la bellezza di maturare l’amore come “dono” da consegnare ad un progetto di vita affettiva che è impegnativo, stabile e duraturo.

Tiriamo le somme: tu, oggi, sai molte cose, assai contraddittorie e ricevute da molte fonti contrapposte. Sociologicamente non accetti le autorità, non credi nei padri, di qualsiasi genere. A livello culturale professi un relativismo evanescente, una visione del mondo a livello gassoso, tutto è vero e tutto è falso, niente è certo. È chiaro che questa è un’analisi tagliata con l’accetta, in poche righe, una generalizzazione che richiederebbe mille distinguo. Ma cerchiamo di arrivare da qualche parte e non cadiamo nei tombini degli approfondimenti sterili. Quale è il risultato del quadretto appena disegnato? Una disperata mancanza di certezze. Questa mancanza non è quasi mai consapevole, è uno spiffero di angoscia nel fondo del cuore delle persone di oggi.

Vuoi essere segno di speranza o segno di consumo? Vuoi donare la tua vita? Vuoi amare e ricevere amore? Bene! Devi amare con tutto il tuo corpo; non da sottomesso ma da innamorato. Mettiti in gioco interamente. Lasciando risuonare e agire la forza di quell’aggettivo “tutto”. Il tutto di cuore, mente, anima e forza.

Dietro al sesso c’è molto più di una ginnastica.
Non “bere” tutto quello che ti dicono nei social, nei film, nelle canzoni.
Ragiona, interroga la tua coscienza ed ascolta i desideri profondi che hai.
Solo così troverai risposte sensate e non preconfezionate.
È giusto mostrarsi in totalità, Dio ci ha fatti anche per la passione,
per il corteggiamento, per diventare “uno” nella carne.
Il punto è a chi stai mostrando cosa…
Sappi che devi metterti in cammino,
ma attraverso storie vere,
di persone che la loro vocazione l’hanno trovata
e che hanno saputo dare importanza
alla loro vita e al loro corpo.
In questo modo potrai capire
cosa significhi donarti, anziché svenderti.
Tu hai un tesoro inestimabile dentro di te,
i desideri dello Spirito, un intero cielo nel tuo corpo.

Bagni di luce

poesie

E se mi viene bene, se la parte mi funziona, allora mi sembra di essere una persona.

G. Gaber, Il comportamento

Quando fai ridere una persona, le doni poesia.
La bagni di luce
e la luce, sposta l’anima dal buio.
La luce allontana i mostri
le paure e gli inganni.
Anche solo per pochi secondi
sufficienti per riprendere fiato.
Per riprendere il volo.

Quando fai ridere una persona
sei complice della sua meraviglia
la inviti a sognare
a credere nei miracoli
a tornare bambina
e non esiste, credimi, invito più grande.

Ridere è come piangere, urlare, fare l’Amore.
Entrare a far parte dell’infinito
e rinascerci dentro.

Ridere è una cosa seria.
Un legame intimo e assoluto.
E’ l’arma più potente che esista
per abbattere muri, dolori.
Per disinnescare il tempo e ritrovarsi liberi.
Quando fai ridere una persona
non le hai fatto soltanto il regalo più bello del mondo
ma le stai donando una bussola magica
per non perdersi mai.
Hai lasciato un segno indelebile
nel libro della sua felicità.

E quando sarà la volta della tristezza
quando non saprà dove trovare rifugio
penserà a te
a quella risata
a quell’attimo eterno, leggero
a quell’attimo in cui senza saperlo
sei diventato il suo scudo
la sua cura.
Quando senza volerlo
le hai salvato la vita.

La retorica della bruttezza

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Da alcuni anni i giovani, i ragazzi fanno di tutto per apparire brutti. Si conciano in modo orribile. Fin che non sono del tutto mascherati o deturpati, non sono contenti. Si vergognano dei loro eventuali ricci, del roseo o bruno splendore delle loro gote, si vergognano della luce dei loro occhi, dovuta appunto al candore della giovinezza, si vergognano della bellezza del loro corpo. Chi trionfa in tutta questa follia sono appunto i brutti: che sono divenuti i campioni della moda e del comportamento. I «destinati a essere morti» non hanno certo gioventù splendenti: ed ecco che essi ti insegnano a non splendere.

A partire dall’inizio del 1975 e fino alla morte, Pasolini pubblicò una serie di editoriali e interventi sul «Corriere della Sera» e sul settimanale «Il Mondo». Furono poi raccolti e pubblicati postumi, nel 1976, da Einaudi con il titolo «Lettere luterane. Il progresso come falso progresso». Uno degli interventi più struggenti è la lettera luterna contro i campioni dell’infelicità e indirizzata a «Gennariello», simbolo di tutti i giovani, ai quali Pasolini rivolge l’augurio di sfuggire alla rinuncia, all’infelicità e alla retorica della bruttezza.

Mai accontentarsi di leggere qualche libro qua e là. Per imparare qualsiasi cosa bisogna studiarne molti, se non vogliamo renderci protagonisti della famosa battuta di C. Hebbel: “uno dei guai dei nostri tempi, è che che non c’è idiota che non ha studiato e appreso qualcosa”!

Ognuno ha qualcosa da imparare da ognuno, in vista dell’amore della verità, della feconda circolazione della scienza e della fraterna condivisione del sapere. Potrà pure succedere a te che leggi di non condividere certe mie posizioni, taluni miei giudizi: in tal caso, ti invito a scrivere un blog migliore del mio, e io starò volentieri a leggerlo, ma intanto ti ricordo una frase di Dietrich Bonhoeffer, prima di essere ucciso nel lager nazista di Flossenburg e che ha scavato nella mia coscienza: «poiché è esistito uno come Cristo, la vita merita di essere vissuta» .

Non ci è possibile disertare la battaglia della vita, a qualunque costo. Nessuna esistenza è inutile… e disertare è sempre una grande viltà. Continua sempre a detestare con tutte le tue forze lo spirito di rinuncia a conoscere chi sei. Non cedere all bruttezza, a un’obbligatoria tendenza all’infelicità. Tu sei bellezza.

Lettere luterane

citazioni

«Non lasciarti tentare dai campioni dell’infelicità, della mutria cretina, della serietà ignorante. Sii allegro. […] T’insegneranno a non splendere. E tu splendi, invece». Pierpaolo Pasolini

Ciò che vediamo è quello che siamo

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« La vita è quel che decidiamo di farne. I viaggi sono i viaggiatori. Ciò che vediamo non è ciò che vediamo, ma quello che siamo. » – Fernando Pessoa

E se i giovani prendessero in mano la loro vita e la consegnassero alla bellezza?

Che cosa voglio dire? Non saper riconoscere ciò che abbiamo di più prezioso: la bellezza. Perché lasciarsi intrappolare da Netflix, dal cibo, dal comfort, dalla genitalità, dalle sostanze e da una marea di atti di swtich-off, di stop alla consapevolezza. Sono fughe narcotiche dal reale, che però, passato l’orgasmo, si risolvono in un dolore maggiore. È la logica del consumo che non fa crescere. Cerchiamo adulti, genitori, sacerdoti, insegnanti, uomini e donne di buona volontà che sappiano osare proposte impegnative per i ragazzi perché essi possano voler dare il meglio di sé per costruire qualcosa di più elevato.

Tu che leggi, non sai di essere un oceano di bellezza. Erode ti cerca e in ogni epoca ha nomi diversi: accusatore, faraone… oggi si chiama metaverso, per esempio.

Scegli che vuoi fare. Auto-distruggerti?! La verità, anche in mezzo ai peccati peggiori, ti ricorda che non sei un errore di sistema. Fai degli errori, ma non sei un errore. Come si vince questa sciatteria? Studiando e pregando incessantemente senza mai incattivirsi, benedicendo e non maledicendo senza mai scoraggiarsi. Non disdegnare la filosofia, la musica, l’arte, la storia perché ti senti ammorbato dalla concezione materialistica dell’uomo di oggi che dall’alto della suo presunto progresso tecnologico e pseudodemocratico ti fa percepire il pensare come un accumulo di masturbazioni mentali. Lotta per custodire la tua mente, leggi più che puoi, impara anche a memoria ciò che è necessario. Credi di poter pensare liberamente per liberarti dal tuo piccolo “io” e poi liberare chi ti incontra, seminando pace.

Questo non significa far tornare indietro il mondo, arrestare il progresso. No! Significa educarsi al discernimento continuo tra essenziale ed effimero.

C’è esigenza di qualità, è dentro ciascuno di noi. Bisogna farla venire fuori.